Progetto FOQUS - Compartecipazione, Sostenibilità e Cooperazione per nuove politiche sociali

Rilevante per cooperazione, sussidiarietà

Il progetto Foqus si sviluppa all’interno dei quartieri Spagnoli, nella città di Napoli, e ruota attorno alla rigenerazione dell’ex Istituto Montecalvario, un fabbricato di 6.000 mq di proprietà di un Ordine religioso, dato in affitto pluriennale alla Fondazione FOQUS – Fondazione Quartieri Spagnoli e da questa trasformato in centro di aggregazione deputato allo svolgimento di tutte le attività che animano il nuovo progetto, nonché luogo fisico di erogazione dei servizi offerti.

Obiettivo dell’azione progettuale è, infatti, contrastare l’esclusione sociale dei cittadini, e soprattutto dei giovani residenti nel quartiere – che è uno dei più problematici della città, con la più alta percentuale di bambini residenti, il maggior tasso di disoccupazione e disagio sociale – investendo sull’attuazione di azioni utili ad implementare la loro formazione, la costituzione e l’insediamento di impresa, l’integrazione sociale ed economica, corsi e/o laboratori finalizzati alla creazione di imprese giovanili. 

In sostanza, il Progetto promuove la rigenerazione dell’edificio (da anni sottoutilizzato e in stato di abbandono) attraverso: la costituzione, da parte dei giovani coinvolti, di nuove imprese; l’insediamento di imprese provenienti dall’esterno;  l’erogazione di servizi alla persona - tra cui il primo asilo nido del quartiere; l’avvio di nuove attività e corsi di formazione integrata; la sperimentazione di nuovi modelli di welfare per comunità “che mirino ad avviare processi di trasformazione della realtà e partecipino a produrre sviluppo, emancipazione e mobilità sociale”.

La storia del Progetto così come è oggi, parte dal 2012 quando la Congregazione delle figlie della carità di San Vincenzo de Paoli, proposero all’Impresa Sociale “Dalla Parte Dei Bambini” di rilevare la gestione dello spazio con un contratto di affitto. Il contratto, firmato nel 2013, ha consentito all’Impresa Sociale di progettare, avviare e consolidare un programma di rifunzionalizzazione e nuove destinazioni d’uso per l’ampio edificio. Da un lato, si sono riprese, ampliate e caratterizzate le attività educative di base (Scuole primaria) che storicamente avevano avuto sede nell’ex-Istituto Montecalvario; dall’altro, si sono introdotte nell’edificio imprese giovanili, cooperative, attività che offrono servizi alla persona, incubatori di start-up, imprese culturali e creative. Lo sviluppo del progetto è stato affidato alla Fondazione FOQUS (costituita dalla stessa Impresa Sociale “Dalla Parte Dei Bambini”) che lo ha strutturato e oggi lo gestisce e lo sviluppa ulteriormente.

Nel gennaio 2014, Foqus è stato presentato alla Direzione dei Programmi LEED dell’ OCSE a Parigi.

In fase di avvio delle attività l’Impresa Sociale (e poi la Fondazione) ha selezionato i giovani interessati a intraprendere il percorso formativo o a partecipare ai laboratori ed ha coinvolto per le attività formative un team di esperti. I corsi hanno riguardatoprincipi di impresa, responsabilità e cooperazione, analisi di contesto, marketing, comunicazione e innovazione di processo. Una volta identificate le nuove imprese, costituite in Società di tipo cooperativo, sono state coinvolte, per la loro fase di start up, le eccellenze nazionali per settore.

Allo stesso tempo è stata data ampia visibilità alle attività del Progetto con l’obiettivo di trovare altri partner istituzionali o privati, che avessero interesse a localizzare le loro attività all’interno dell’Istituto partecipando alla sperimentazione e contribuendo alle spese.


Ad oggi, attraverso le attività progettuali e la strutturazione di un network di imprese private e pubbliche sono stati raggiunti importanti risultati, tra cui, per quanto riguarda la formazione, la realizzazione di tre master ad hoc, realizzati grazie all’affiancamento dell’Accademia di Belle Arti di Napoli, e concepiti in sinergia con l’attività di una serie di botteghe di mestieri e con il contributo dei più qualificati maestri artigiani. Per quanto riguarda invece l’erogazione di servizi si è provveduto a dotare la zona di servizi per l’infanzia tra cui il primo asilo nido del quartiere, la prima libreria, nonché scuole materne ed elementari strutturate sul modello della scuola attiva praticata dalle scuole di Reggio Emilia (nel 2016 sono 350 i ragazzi che seguono la scuola dell’infanzia). 

Inoltre sono state avviate attività imprenditoriali come un ristorante (gestito da una cooperativa di richiedenti asilo), l’università delle Liberetà (che propone più di 60 corsi di formazione-informale per adulti e giovani), un istituto di formazione per musico-terapeuti, un incubatore per start-up impegnate nel sociale, una scuola di danza, corsi di teatro, e sono stati attivati corsi di ginnastica, meditazione e psicologia, incontri ed eventi culturali.

Il progetto è una sperimentazione che trova parziali analogie con altre esperienze di livello europeo  come quelli di rigenerazione urbana del quartiere Bijlmermeer di Amsterdam, del Quartier21 di Vienna, del Centquatre di Parigi, ma a “differenza di queste altre iniziative il progetto FOQUS è promosso e realizzato interamente su iniziativa e con risorse private, costruisce un cluster diversificato e non monotematico e si rivolge alla persona dai primissimi anni di vita all’ età adulta, nel percorso formativo come in quello dei servizi”.

Intervista a Renato Quaglia, Direttore Fondazione FOQUS 

  • Quali fasi hanno condotto alla strutturazione dei corsi e allo start up delle singole imprese?

Per le imprese cooperative che sono state promosse e sono sostenute direttamente dal progetto FOQUS, si sono individuati giovani che esprimevano interesse occupazionale, selezionando quelli disponibili ad un approccio auto-imprenditoriale; sono stati svolti dei corsi di formazione; sono stati affiancate esperienze nazionali leader di settore per una ulteriore formazione; si è accompagnata ogni esperienza (un asilo nido; una libreria; una cooperativa che eroga corsi di formazione-informale continuativamente) nelle fasi costitutive e di avviamento, verso una progressiva autonomia ed effettiva sostenibilità dell’impresa.

  • Secondo quali criteri (parametri) e con quali modalità sono stati coinvolti i partecipanti ai corsi, prima, e i partner di ogni nuova iniziativa, poi?

La selezione è stata informale e si è svolta attivando i contatti che le scuole paritarie “Dalla Parte Dei Bambini” consentivano in quel momento: In una nuova e diversa fase sarebbe auspicabile un bando di partecipazione, anche se la dimensione del problema occupazionale nella città di Napoli renderebbe molto complessa la fase di pre-selezione. I partner sono stati scelti in Italia tra le esperienze-leader dei diversi settori (Reggio Emilia per l’infanzia, Bologna per la libreria per ragazzi, Udine per i corsi di formazione informale).

  • Di quali metodologie e strumenti si è fatto uso per consentire l’efficace messa in rete di partner provenienti da settori differenti e la strutturazione del network?

I partner di sostegno economico al progetto sono stati contattati tra le molte imprese la cui proprietà ha sede o riferimento a Napoli; i partner intesi come imprese che hanno deciso di trovare sede nell’ex-Istituto, partecipando con la loro attività al progetto di rigenerazione urbana e anche ai costi del progetto complessivo, sono stati scelti tra molti, contattati, invitati a partecipare, incentivati attraverso politiche di costo favorevoli; tra tutti i soggetti ora insediati (17 imprese private e 1 istituzione pubblica, si organizzano periodici incontri, per favorire l’interazione e la collaborazione attiva.

  • Ad oggi, il Progetto viene definito “compartecipativo”, nel senso che è partecipato sia da istituzioni che da aziende private. Qual è la quota pubblica e quale quella privata? Come hanno risposto l’Ente locale, e le Istituzioni regionali all’invito di far parte dell’iniziativa? Come la PA Centrale?

Il progetto è compartecipativo perché ogni impresa qui attiva e insediata (dalle scuole alle imprese private, dall’Accademia di Belle Arti – unica istituzione pubblica – alle attività che erogano servizi alla persona) aderisce e partecipa agli obbiettivi e in parte ai costi del progetto. Non c’è ad oggi alcun sostegno pubblico, né locale, né regionale, né nazionale – anche se si ritiene indispensabile una collaborazione, seppur percentuale e parziale, dell’Ente pubblico in tal senso.

  •  Tra le attività, la realizzazione del primo asilo nido del Quartiere strutturato sul modello Coop di Reggio Emilia. Può raccontarci l’esperienza?

Un gruppo di giovani donne ha indicato durante la fase di formazione, che l’obbiettivo per loro sarebbe stato quello di aprire un nido d’infanzia. L’impresa Sociale “Dalla Parte Dei Bambini” gestisce nidi di infanzia a Napoli, con un metodo affine a quello delle Scuole e dei Nidi di Reggio Emilia (improntati al metodo di scuola attiva di Loris Malaguzzi). La collaborazione tra l’Impresa Sociale e la coop Panta Rei che a Reggio Emilia gestisce i nidi era già attivo, ed è stato quindi allargato a questa esperienza. La Fondazione Foqus ha sostenuto poi i costi di avviamento, la realizzazione dell’arredo del nido (su standard europei di alta gamma). Parte dei 38 bambini che oggi lo frequentano, proviene da famiglie disagiate dei Quartieri Spagnoli, i cui costi di retta sono sostenuti direttamente dalla cooperativa e dalla Fondazione Foqus.

  •  La sperimentazione si può considerare terminata. Come proseguiranno le attività? E’ stata valutata l’opportunità di instaurare la stessa sperimentazione in altri quartieri? Se sì, con quali risultati?

La sperimentazione preferiamo considerarla aperta. Nell’autunno 2016 apriremo un Centro sperimentale di Abilitazione, dedicato a ragazzi diversamente abili (da 10 a 16 anni e con più di 16 anni) per la loro socializzazione e la pre-professionalizzazione. L’edificio consentirà nel tempo l’utilizzo di altri spazi, oggi utilizzati all’80% delle potenzialità (importante è stato il lavoro di recupero edilizio di molte parti dell’Istituto e altro lavoro  deve essere ancora fatto nella restante parte) e quindi l’insediamento di altre attività.

VIDEO DELLA PRESENTAZIONE