Inclusione sociale di donne in difficoltà, il Progetto “Le formichine” di Rovereto

Rilevante per cooperazione, sussidiarietà, sostenibilità

Affiancare le donne, sole o con figli, che vivono in condizioni di disagio economico e/o psicologico e che si trovano ad attraversare periodi di esclusione sociale e lavorativa più o meno prolungati puntando sulla messa in rete e la sinergia tra i diversi attori che operano nel territorio (istituzione pubblica, terzo settore, privato). E’ partendo da questa esigenza che il Comune di Rovereto, la Cooperativa Sociale Punto d’Approdo e la Fondazione Famiglia Materna hanno ideato e promosso, in collaborazione con altri attori territoriali del pubblico e del privato, il Progetto “Formichine di Rovereto” approvato con Accordo volontario di obiettivo del Comune di Rovereto, Assessorato ai servizi alla persona e alle politiche familiari, nel 2009/2011 e nel 2012/2014.

Nel triennio 2009/2011 l’azione progettuale è stata sperimentale, ha coinvolto dieci soggetti pubblici e privati nella sua implementazione, e ha condotto a primi risultati come la realizzazione di un centro occupazionale, i laboratori per l’acquisizione dei pre-requisiti lavorativi; la costituzione di un Fondo di Solidarietà ecc. Tra loro anche la sottoscrizione di un protocollo d'Intesa tra il Comune di Rovereto, la Fondazione Famiglia Materna e l'Istituto di Formazione Professionale Alberghiero di Rovereto e Levico Terme, finalizzato alla realizzazione di un laboratorio di formazione nel settore cucina/servizi di ristorazione destinato in prevalenza a donne in situazione di rischio e svantaggiate nell'accesso al mercato del lavoro.

Nella successiva fase (2012/2014) sono invece stati ampliati i partner dell’iniziativa (da 10 a 16) e si è lavorato sul rafforzamento della filiera di finanziamento delle attività, nonché “ad ampliare le opportunità di inserimento in ambito aziendale delle donne in difficoltà per favorire apprendimento di nuove competenze lavorative ed aumentare la possibilità di inserimenti lavorativi”.  In questo modo si è voluto, da un lato, sostenere la donna in condizione di disagio e, dall’altro, consolidare il Distretto dell’Economia Solidale della Vallagrina che, previsto ex art 5 della Legge Provinciale 13/2007 delle Politiche Sociali, è inteso come “circuito economico, a base locale, capace di valorizzare le risorse territoriali secondo criteri di equità sociale e di sostenibilità socioeconomica e ambientale, per la creazione di filiere di finanziamento, produzione, distribuzione e consumo di beni e servizi”.

Il modello funzionale del progetto prevede per lo svolgimento delle attività una specifica cabina di regia di cui fanno parte, oltre ai tre soggetti promotori gli altri attori interessati a realizzare il programma d’intervento: Comune di Rovereto, Servizio Attività Sociali (coordinatore), Comunità della Vallagarina, Fondazione Famiglia Materna; Società Cooperativa Sociale ONLUS "Punto d’Approdo"; il Servizio alle Politiche sociali ed abitative della PAT; l’Agenzia del Lavoro. La cabina di regia è incaricata del monitoraggio e della valutazione del progetto, dell’individuazione di interventi per risolvere eventuali criticità, del monitoraggio del fabbisogno esistente sul territorio, delle valutazioni in relazione ai risultati ottenuti.

Le attività del progetto si articolano intorno a:

  • un centro occupazionale utilizzato con l’obiettivo di sviluppare le capacità personali delle donne accolte e di lavorare sulla loro identità e autostima;
  • laboratori per l’acquisizione di pre-requisiti lavorativi in cui le destinatarie ricevono la formazione su attività di packaging, lavanderia (attività gestita della Cooperativa Punto d’Approdo), cucina e bar ristorante (attività gestita da Fondazione Famiglia Materna);
  • in una fase di inserimento lavorativo presso le aziende del territorio.

 

Le attività del progetto hanno condotto, nel 2014, all’apertura di un Bar Ristorante “Le Formichine” aperto quotidianamente a pranzo e a cena.

“Sostanzialmente, il Progetto funziona come un servizio di accompagnamento all’ingresso nel mondo del lavoro di persone svantaggiate che vengono coinvolte nelle attività sulla base di alcuni parametri prestabiliti e della segnalazione del Servizio sociale del Comune – spiega Andrea Silli, Responsabile del Progetto per la Fondazione Famiglia Materna. “In Trentino le persone svantaggiate - continua - all’interno di alcuni parametri possono ricevere un reddito di garanzia, ovvero un assegno mensile, o altri servizi erogati dall’Ente pubblico. Una persona in carico ai servizi sociali con un potenziale lavorativo può essere inserita nel Progetto Formichine, fare un tirocinio formativo retribuito e guadagnare tramite il suo lavoro, generando un risparmio per l’Ente pubblico.”

D. Qual è stato, in fase di sperimentazione, e qual è attualmente il ruolo della Fondazione nel Progetto? Quale quello del Comune di Rovereto?

R. Il Comune di Rovereto ha la titolarità del Progetto, mentre Fondazione Famiglia Materna è il soggetto che lo rende operativo e lo gestisce nelle sue articolazioni sul territorio assieme alla Cooperativa Punto d’Approdo. Il ruolo del Comune è dunque quello di regia e di “arbitro ultimo” sugli sviluppi delle attività, seppure alla cabina di regia partecipino anche i soggetti gestori. Si tratta, sostanzialmente, di una co-progettazione pubblico privato di un intervento sociale ad alta sostenibilità nell’ambito del welfare generativo.

D. Quante persone, ad oggi, sono state coinvolte come destinatarie delle attività e quante di loro sono state effettivamente reintegrate nella società?

R. Questo dato varia nel tempo. Da quando esiste il Progetto Formichine sono stati realizzati oltre 200 tirocini formativi nei laboratori e nelle aziende. La percentuale di persone inserite nel mondo del lavoro varia di anno in anno e per valutarla è necessario considerare che i tirocini vengono svolti in Aziende private, esterne al circuito sociale e per questo influenzate da una serie di fattori legati alla situazione economica del Paese (ad es. l’anno 2013-2014 è stato fortemente influenzato dalla crisi economica che ha causato una flessione degli investimenti nel mondo del lavoro).  Il dato relativo agli inserimenti, ovvero la percentuale di persone assunte, come diretta conseguenza del tirocinio formativo, nell’Azienda che le ha ospitate, considerato nell’immediato, è pari al 10-20% ma, a distanza di un anno, sale al 60-70%, sia nella rete direttamente contattata dalla Fondazione Famiglia materna che nella rete di “secondo livello”, ovvero all’interno del network che afferisce alle Imprese che hanno erogato i tirocini.

D. Esiste una metodologia di monitoraggio dell’impatto prodotto dall’iniziativa sul sistema di welfare territoriale?

R. Sì, esiste un modello di indagine sviluppato dal Comune di Rovereto,  affidato anche a  ricercatori terzi (Enti privati, Fondazioni) per avere oggettività rispetto ad un Progetto di cui comunque il Comune è regista. La misurazione è effettuata con cadenza annuale sulla base di vari indicatori. Si misura nello specifico il ritorno economico, ovvero quanto ha investito la Pubblica Amministrazione rispetto a quali sono le risorse che sono state direttamente distribuite per i tirocini alle persone e, successivamente, l’indotto che questo genera. L’ultimo dato presentato l’anno scorso misurava un’efficaciadiretta e di indotto di 1 a 6,7, laddove per ogni euro investito dall’Ente Pubblico nel Progetto sono ritornati tra i 6 e mezzo e i 7 euro. Vengono inoltre misurati la capacità di coinvolgimento del territorio e la capacità di quest’ultimo di attivarsi coerentemente con gli scopi del progetto (attivazione di volontariato, responsabilità sociale d’impresa, ecc….).

D. Il progetto è sostenibile nel tempo? Come vengono finanziate le attività e qual è la percentuale con cui partecipa l’Ente pubblico?

R. Come tutti gli interventi di welfare generativo, non si può avere l’aspettativa che sia a costo zero. Premesso ciò, si deve considerare che il Progetto ha raggiunto un’efficienza elevata, laddove l’80% dei costi viene finanziato attraverso la vendita dei prodotti realizzati nelle attività laboratoriali (ristorante, catering, cucina, confezionamento, piccola manifattura). Ad oggi, solo il restante 20% è di contribuzione pubblica.

D. Quali sono le prospettive future?

R. Abbiamo delle attività di impresa che permettono alle donne di lavorare e di inserirsi nel mondo del lavoro e queste attività possono crescere. Il “network delle formichine” si sta diffondendo e quindi ci si può aspettare un suo sviluppo anche in altre zone del Trentino. Tutto questo con particolare riferimento al Distretto dell’economia solidale, cioè una rete di alleanze tra pubblico e privato che porta all’aumento da un lato delle possibilità di inserimento nel mondo del lavoro delle persone che vivono in aree svantaggiate e dall’altro della performance economica generativa - tre anni fa il Progetto era finanziato al 50% dal pubblico, oggi siamo al 20%-25%. La prospettiva è dunque quella di un miglioramento dell’efficienza economica e, soprattutto, di un’ottimizzazione dell’intervento sociale, ovvero dell’aumento della percentuale di successo di inserimento nel mondo del lavoro delle persone svantaggiate.

D. Il progetto è trasferibile in altri territori provinciali o la sua sostenibilità è legata alle peculiarità della Provincia Autonoma di Trento?

R. Stiamo facendo delle sperimentazioni in altri territori provinciali, una è a Trento, il progetto si chiama Network ed è cogestito dalla Fondazione e un altro è il Distretto dell’economia solidale della zona dell’Alto Garda. Hanno almeno un anno di vita alle spalle e stanno già iniziando a produrre risultati. Il progetto può essere esportato ma non ricopiato tout court perché ogni territorio ha un tessuto economico particolare. Sicuramente il modello del distretto dell’economia solidale che sfrutta il potenziale lavorativo residuo di persone svantaggiate è un modello che è valido di per se …. Con i dovuti accorgimenti e le dovute correzioni.

Sostenitori: Comunità della Vallagarina; Provincia Autonoma di Trento - Servizio Politiche Sociali; Provincia Autonoma di Trento - Agenzie del Lavoro; Fondazione Cassa di Risparmio di Trento e Rovereto; Consorzio Rovereto “in Centro”; Associazione Artigiani; Gruppo Donne Impresa della Vallagarina; Unione Commercio e Turismo di Rovereto e Vallagarina; Associazione Albergatori ed imprese turistiche; Confesercenti di Rovereto; Confindustria Trento; Associazione di Promozione Sociale DxD; Istituto di Formazione professionale Alberghiero di Rovereto e Levico Terme.