“Spendiamoci bene”, a Catania un emporio solidale dedicato alle famiglie disagiate

Rilevante per cooperazione, sussidiarietà, innovatività

La diffusione tra la popolazione italiana di concrete difficoltà a sostenere spese alimentari necessarie è da tempo monitorata dalle indagini statistiche ufficiali. Stando alle ultime stime, sono circa cinque milioni i cittadini che in Italia non riescono a mantenere standard di alimentazione sufficienti. Questo dato e la rilevanza strategica che assume il contrasto allo spreco del cibo nella lotta alla povertà alimentare, sta conducendo alla sperimentazione di forme alternative ed innovative di sostegno agli indigenti che coinvolgono sempre più spesso il terzo settore e pongono al centro delle azioni di sostegno il ruolo del volontariato.

Tra queste è rilevante l’Emporio solidale, una forma innovativa di partnership tra pubblico, privato e terzo settore che, nata nel nostro Paese a partire dal 2008, si è diffusa in pochissimi anni su tutto il territorio nazionale, seppure in modo disomogeneo e con differenti caratteristiche. Ad oggi, infatti, - secondo quanto mappato da un progetto di ricerca svolto nell’ambito del Focus sulla povertà alimentare da “Percorsi di secondo welfare” con il patrocinio del Comitato Scientifico del Comune di Milano - si contano in Italia 60 empori, di cui 28 al Nord –14 in Emilia Romagna -, 23 al Centro e 9 al Sud[1]. Ciò perché – si legge nel testo – nelle Regioni settentrionali è maggiormente presente il capitale sociale, il tessuto produttivo è più ricco e il tasso di povertà è inferiore rispetto a quello delle Regioni meridionali.

L’Emporio solidale non è un luogo deputato alla mera distribuzione di cibo agli indigenti ma, sulle sembianze di un reale market, consente al cittadino bisognoso di scegliere cosa acquistare. Il prezzo del prodotto è quantificato con dei punti, assegnati sulla base delle caratteristiche nutritive degli alimenti (tale scelta deriva dall’opportunità di influire in maniera positiva sulle scelte alimentari della persona). Al cittadino viene concesso un numero limitato di punti, calcolato sulla base dell’ISEE e del particolare fabbisogno, da utilizzare nell’Emporio entro un limitato periodo di tempo. Ciò perché, a differenza delle azioni standard di carità, il sistema dell’Emporio è finalizzato a sostenere l’indigente per un periodo temporale circoscritto e ad affiancarlo nel suo reintegro. Proprio per questo motivo vari empori locali hanno sperimentato servizi aggiuntivi (sportello socio-sanitario, sportello lavoro), organizzati in sinergia con tutti i partner dell’iniziativa e con altri attori del territorio.  

In questo contesto si inserisce l’esperienza realizzata nel Comune di Catania, dove nell’ambito del Programma “Spendiamoci bene” è stato aperto il primo Emporio solidale della Regione Siciliana.

Il programma “Spendiamoci bene”, finanziato con un budget di 50 mila euro, è stato ideato dal coordinamento di organizzazioni di volontariato “Mettiamoci in rete” di Sant’Agata Li Battiati e dall’organizzazione di volontariato “Accoglienza e solidarietà” (soggetto capofila), ed è destinato a fornire assistenza a famiglie in condizioni di disagio attraverso un modello basato sulle relazioni umane e sull’utilizzo delle nuove tecnologie.  Oltre all’Emporio, il Programma prevede anche la realizzazione di una procedura informatica finalizzata a consentire la segnalazione dei bisogni degli utenti ai volontari e permettere la loro immediata attivazione in casi di necessità.

Gli altri soggetti coinvolti nella realizzazione delle attività sono, insieme al Comune di Catania e a Fondazione con il SUD, le associazioni di volontariato Fraternita di misericordia “M. Immacolata”, Mani Tese Sicilia, Banco Alimentare Sicilia Onlus, Centro aiuto alla vita, Fraternita di Misericordia, La società dell’Allegria e l’ONG Mettiamoci in gioco.

Per permettere alle famiglie di acquistare i prodotti, è stato realizzato un sistema a punti legato ad una supporto digitale che viene concesso e caricato dopo verifiche e controlli sul reddito e sul valore dell’ISEE della famiglia richiedente, anche in base a specifiche caratteristiche come la presenza nel nucleo familiare di minori, malati, disabili, anziani, la mancanza di occupazione, l’essere sotto sfratto ecc. Per ognuno di questi criteri viene stabilito un punteggio, cosicché sono le persone e le famiglie che hanno più bisogno ad ottenere lo strumento con il relativo accredito di punti da spendere all’emporio solidale.

Sulla scia degli altri market solidali presenti sul territorio nazionale, l’Emporio è inteso come un vero e proprio punto di riferimento per le famiglie in difficoltà, tanto che al suo interno è presente un centro di ascolto. In questa esperienza viene inoltre concessa al cittadino, beneficiario del sostegno, la possibilità di incrementare il punteggio della propria tessera offrendo il proprio tempo, e le proprie competenze, alle attività dell’emporio o della rete delle associazioni coinvolte nella sua gestione.

Il Programma ha previsto inoltre la realizzazione di una procedura informatica finalizzata a consentire la segnalazione dei bisogni degli utenti ai volontari e permettere la loro immediata attivazione in casi di necessità.

Per approfondire:

http://www.esperienzeconilsud.it/spendiamocibene/scheda-del-progetto/

 

[1] F. Maino e M. Ferrera (a cura di) (2015), Secondo Rapporto sul secondo welfare in Italia 2015, Torino, Centro di Ricerca e Documentazione Luigi Einaudi.